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quei quattro sventurati lo stesso effetto. Insofferenza del giogo — smania di lotta e di sangue austriaco — miseria — speranze perdute — disperazione della vita.

Nel momento supremo, ciascuno, credendo forse di essere solo, s’era determinato a far ciò da cui poco prima aveva cercato di dissuadere gli altri; tutti e quattro, senza volerlo, senza saperlo, si erano ingannati a vicenda.


Erano vissuti da scapigliati; erano morti da eroi. Da certi uomini gravi furono chiamati assassini.


Due giorni dopo sette forche stavano piantate dinanzi alla porta del castello.

Da una di esse spenzolava Lisandro, fatto prigioniero mentre stava ergendo la barricata; e quantunque non avesse ucciso nessuno, quantunque non avesse sparso neppur una stilla di sangue — strana cosa! — anch’egli fu chiamato assassino.

Assolutamente a questo mondo non si adora che il successo!