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cose le consigliò di andar a Parigi a passare gli ultimi giorni di carnevale... Dico la verità non sarei lontano dal provare.

Su questo il conte si volse di nuovo all’antico cavalier servente, invitandolo a ripigliare la galante storiella... e di Noemi non se ne parlò più che per incidenza.

Nella conversazione che seguì, il Dal Poggio fu sublime di dissimulazione. A tavola si sforzò di mangiare come il solito, e ci riuscì; e dopo pranzo all’ora consueta, lasciando l’avvocato in stretto colloquio legale col nonno, se ne andò al club a spargere la notizia che sua moglie gli aveva dimostrato vivissimo desiderio di vedere gli ultimi giorni del carnevale di Parigi, e che egli aveva dovuto far il sagrificio di prometterle che ve l’avrebbe condotta.


Quella notte il Dal Poggio non potè chiuder occhio un solo istante. Buon per lui che aveva a pensare alle faccende da sbrigare il dì vegnente prima di lasciar Milano.

Levatosi di buon mattino, dopo aver annunciato alla servitù la sua partenza pel giorno dopo, e di aver date le disposizioni necessarie, uscì per metter ordine a certe sue pendenze col ragioniere, coll’agente di cambio, coll’avvocato, e poco dopo il mezzogiorno, rientrato in casa, andò difilato nell’appartamento del nonno per comunicargli la presa risoluzione.

Il conte nonno da poco tempo alzato dal letto,