Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/249

Noemi, un po’ meravigliata, guardava in viso a Emilio, come se andasse cercandovi la vera intenzione delle sue parole. Poi crollò mestamente il capo e con un soave sorriso, rispose:

— No, Emilio. Tu stesso forse non credi... a questo progetto. Se io accettassi, saresti tu veramente pronto a fuggir con me?

— Tu dunque dubiti del mio amore?... dubiti di me?

— No, mio Emilio;... ma credi tu che io non abbia indovinato i misteri della tua vita? Credi tu che questo amore fortissimo che io nutro per te, che mi fece dimenticare tutti i miei doveri, e rinunciare alla mia quiete, sia nato nel mio cuore soltanto perchè tu sei bello, perchè hai talento... e perchè mi ami? Oh c’è qualche cosa di più. Io sapeva che tu soffri per qualche cosa di segreto... per qualche cosa di grande... per qualche cosa di cui io non posso essere gelosa... Ho capito tutto! Tu congiuri!

— Oh Noemi, mia Noemi adorata! — sclamò Emilio felice d’essere stato indovinato.

— Perciò dubitavo che tu fossi pronto a dar volentieri la tua vita per me... Nè io lo vorrei. Non è vero che se io accettassi di fuggire con te, tu faresti un sacrificio?...

— No, te lo giuro, te lo giuro; — sclamò il giovine con una esaltazione sincera — ormai sono stufo, sono disgustato di questa vita sospesa e senza scopo, senza speranze... Se tu ti decidessi io sarei tutto tuo, per sempre...