Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/245

Ora che cominciavo ad essere tanto felice! Lasciami, Emilio. Tu non vorrai perdermi. Non avrei dovuto venir oggi... Mi par già di trovarlo qui sotto ad aspettarmi, a vedermi uscire...

— Ma dunque egli sa tutto?... racconta... che avvenne?

Allora Noemi con parole rotte, affrettate, raccontò la scena di gelosia della sera antecedente, poi chinò la testa sul seno con rassegnato dolore.

— Ah! Emilio, — sclamò — io temo che incominci per noi una vita ben dolorosa.

— No, è impossibile; noi ci amiamo troppo. Abbi coraggio, Noemi... Io sarei capace di tutto pel tuo amore... Così sia di te.

Essa lo abbracciò con muta effusione di tenerezza.

Emilio era rimasto sopra pensiero. Infine:

— Questo è però uno strano caso! — sclamò quasi parlando con sè stesso.

E rivoltosi a Noemi:

— Ascolta... Ti ricordi l’ultima volta che venisti qui a trovarmi?

— Sì; lunedì scorso, quand’eri in letto svenuto.

— Ti ricordi di aver veduto qui al mio capezzale un vecchio?

— Un vecchio ed un giovine.

— E quel vecchio lo conosci tu?

— Io no...

— Non sai che egli conosca tuo marito?

— Non lo so.