Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/170

chè ci siamo, ti assicuro che la mia curiosità con queste tue fantasticherie si è discretamente svegliata. Sono per credere che tu ne sai qualche cosa.

— Che vuoi ch’io ne sappia, — rispose la Firmiani ridendo — se le sono appunto fantasticherie? Tu sai prima di tutto che Noemi è piena d’imaginazione e che legge dei romanzi.

— Oh credo di no, adesso.

— Perchè?

— Perchè gliel’ho severamente proibito.

— Davvero?

— Senza dubbio; non che io dia al romanzo quella importanza, nè quell’influenza che alcuni gli attribuiscono; ma gliene do abbastanza per non volere che mia moglie ne legga. Del resto, — continuò tornando direttamente sul proposito — non fa bisogno di leggere romanzi per avere dei vapori pel capo...

— Oh questo è vero!... Basta di averne già letti in passato! — sclamò Cristina che godeva dell’imbarazzo del Dal Poggio — Ma non so come tu ti sia messo a dar importanza a queste cose. Sai che Noemi è una buona donnetta, che non farà mai una cosa fuori del suo dovere... e questo ti dovrebbe bastare per essere tranquillo... Del resto, certe fisime... certe ombre che vengono talvolta in capo... passano come sono venute...

Il Dal Poggio s’alzò da sedere, perchè capiva di perdere la bussola. Era quello forse il primo accesso di gelosia che lo prendesse dacchè era marito di Noemi.