Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/165

sapeva da chi farla scrivere, temeva non producesse l’effetto desiderato.

“Emanuele — pensava fra sè — farebbe la stolidità di mostrarla a Noemi, e allora questa messa in guardia distruggerebbe ogni mio piano. Bisogna vibrare un colpo solo e a tempo giusto. Bisogna che egli sappia la cosa d’improvviso, quando meno se la pensa. La sua gelosia gli farà commettere un’azione da far parlar l’intera Milano. Allora, separazione di letto e di mensa, Noemi sarà perduta per sempre... e il nonno capirà che bel gioiello si tenesse tanto caro!„

Mentre volgeva in cuore l’infernale progetto, aspettando al varco l’occasione di informare segretamente il Dal Poggio di ciò che sapete, ella scoprì che Emilio, prima di Noemi, aveva avuto per amante una crestaia dalla quale non s’era distaccato ancora del tutto. Non le poteva capitar di meglio. Per poco che la crestaia fosse gelosa, c’era da aspettarsene uno sdruscito, quando la fosse venuta a sapere che Emilio aveva un’altra amante.

Coll’idea che costei le avrebbe potuto servire, era andata difilato ad ordinare un cappello da madama Chaillon, la maestra della Gigia, pregandola, come sappiamo già, di mandarle la fanciulla per provarlo. Venuta la Gigia a casa sua, l’aveva interrogata alla lontana sui suoi amori, e le aveva toccato di Emilio Digliani. La ragazza a quel nome sparse qualche lagrimina che fu per la Firmiani di ottimo augurio.