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tato di lasciarle del denaro, ella s’era offesa così di cuore, così sinceramente, che il giovine non avea ripetuta l’offerta; a stenti le avea potuto regalare un taglio d’abito di seta a Natale, quello che essa indossava a cena.

Questo magnifico disinteresse; e l’amore sterminato ch’ella gli portava; e quella stessa sua profonda e ingenua ignoranza delle cose del mondo avevano prodotto in Emilio una sembianza d’affezione, che teneva più dell’amicizia che dell’amore. Co’ suoi compagni ei parlava della Gigia come d’un cagnolino fedele, pel quale un uomo avrebbe vergogna a confessare molto interessamento. I sei amici dopo averla conosciuta, avean preso tutti ad amarla come una sorella. Di quando in quando or l’uno or l’altro andavano a trovarla nella sua stanza a quinto piano. Perchè ci andavano? Non lo sapevano; ma è pur vero che non era loro dato di passare dalla porta di lei senza montare a salutarla, quando s’immaginavano che la fosse in casa. Essa li riceveva con una così cordiale e gioconda serenità, e li intratteneva con una tale inconscia poesia del suo grande amore per l’Emilio, che tutti, partendo di là, si sentivano rinfrescato il cuore, e migliori di prima.

Ma era poi venuto il giorno in cui Emilio — presentato in casa della Firmiani — vi aveva trovato Noemi. Allora la Gigia aveva cominciato ad essere trascurata da lui. Nessuno però le aveva mai detto parola della sua rivale. Ma, com’ella era ve-