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mai che mi pigli? È bravo chi sa cavarle più di questa frase, la prima volta. Accade poi, che se il giovinetto non sa dove ella stia di casa se la vede sfumar via ad un tratto in una porta, nella quale la crudele è svoltata rapidamente senza neppur dirgli nè a Dio nè a diavolo, lasciandolo là sulla soglia con tanto di naso a mezzo d’una tirata serio-sentimentale, quando cominciava a sperare che ella stesse per commuoversi.


La Gigia invece soleva ringraziare i suoi cavalieri serventi della premura e del disturbo, poi entrava a dar una buona risata alle loro spalle.

Senonchè era poi venuto anche per lei il fatale momento.

Un bel dì ella s’era imbattuta in Emilio Digliani, e, sia che l’età stessa la chiamasse all’amore, sia che gli occhi di Emilio fossero veramente assassini, il fatto è che fin dalla prima occhiata ella capì che quel giovine le avrebbe fatto girare la testa. Quanto a Emilio, che in quel tempo cominciava ad adorare in segreto la Dal Poggio, non le aveva badato.

La Gigia, tornata a casa, s’era sentita nascere in cuore un fino allora ignoto desiderio... quello, cioè, di rivedere, quanto prima, il giovine che le aveva destato nell’animo un così dolce e vivo turbamento. Chiesto di lui, aveva saputo come, tornato da un anno a Milano dopo la caduta di Roma, egli si fosse allogato presso una casa bancaria, e come solitamente uscisse dallo studio verso le tre e mezza.