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— Impossibile! — disse il Dal Poggio — conosco troppo Noemi.

— Ma questa è una frase vecchia, mio caro Emanuele. In che maniera la conosci tu, Noemi, per dire che è impossibile ch’ella possa innamorarsi d’un altr’uomo...? Poc’anzi mi confessasti che non ti eri accorto ch’ella era malinconica e sopra pensiero. Su che cosa appoggi quella tua sicurezza? Mi farai un gran piacere se mi mostrerai di saperlo...

— Ma in verità, nonno, si direbbe che stasera...

— No, non si direbbe nulla! — interruppe il vecchio, vivace — Dimmi soltanto perchè credi impossibile che a Noemi non possa piacere qualche giovinotto... tra quelli che le fanno la corte?

— Oh per Dio santo! — gridò il Dal Poggio — perchè ella l’avrebbe a fare con me...

— Zitto! — disse il vecchio imperiosamente — noi alziamo troppo la voce. Orsù, Emanuele, ragioniamo senza scaldarci... come se si trattasse d’un’altra donna. La tua risposta non val nulla, come vedi: la ti è sfuggita dal fegato, non dal cuore. Noemi l’avrebbe a far con te, solo quando ella tradisse i suoi doveri di moglie. Ora capirai che dalla nostra ipotesi a quel punto c’è un abisso.

— Gli è, caro nonno, che io credo che il dovere di moglie cominci dal restar fedele a suo marito anche in pensieri.

— Ammetto. Ma allora non si può dire ch’essa debba aver a farla con suo marito. La giustizia umana per punire non va a scrutare l’intenzione della colpa, punisce la colpa quand’è commessa...