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E si riponeva a far una moltiplica; ma riprese tosto:

— Mi pare però che potresti fermarti a casa a pranzo, e andarci dopo da Cristina.

— Lo so... ma sarebbe perduto lo scopo principale... Abbiamo bisogno di trovarci sole noi due... D’altronde io non potrei pranzare ugualmente in casa.

— E il nonno lo sa?

— No; mi sono scordata di dirglielo prima che montasse in carrozza.

— Basta! — sclamò il Dal Poggio, e si volse di nuovo alla sua moltiplica.

Noemi uscì; corse nella sua camera; si mise il cappello lo scialle; quasi furtivamente discese in istrada, e s’avviò lesta al piazzale più vicino dove stazionavano le carrozze a nolo.

Cinque minuti dopo essa smontava alla porta di Emilio, e diceva al cocchiere di star ad aspettarla.


Era sull’imbrunire. Entrando nell’anticamera di Emilio udì nella sua stanza da letto un rumore di voci. Non ci badò, non riflettè un istante, come se non avesse mai pensato a riputazione, come se poco prima non avesse provato quale sgomento fosse per lei il pensare che suo marito sapesse tutto.

Entrò.

La camera era buia per lei che veniva dal di fuori.

Udì solo il rumore di due persone che si levavano da sedere; ma non le vide, nè si curò di ve-