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provò a sorridere... Le parve che suo marito non dovesse accorgersi di nulla;... sforzò le labbra ad atteggiarsi alla gioia;... poi chiamando a raccolta tutte le forze dell’anima sua, armandosi di tutta la disinvoltura di cui fosse capace nello stato in cui si trovava, andò all’uscio dove poco prima era stata origliando, ed apertolo entrò sorridente nello studio di suo marito.

— Vengo ad avvisarti che oggi non sto in casa a pranzo; — diss’ella quasi precipitosamente, e prima che il Dal Poggio avesse tempo di aprir bocca.

Poi fingendo di vedere in quel punto l’agente di cambio, che s’era levato da sedere al suo entrare, accennò di ritirarsi.

— Dove vai? — chiese il Dal Poggio seduto allo scrittoio.

— Cristina mi ha invitato per questa sera ad una piccola cena di nascosto di suo marito... fra le otto e le dieci. Per farle onore ho pensato di non pranzare, e siccome dobbiamo studiar insieme un certo non so che, così conto di andare da lei tra poco.

— Ora non sono che le cinque; — disse il Dal Poggio — Saranno a tavola.

— Non dico ch’io ci voglia andar subito; — rispose Noemi, che parlava cogli occhi abbassati come un fanciullo che teme un rifiuto. — Del resto sai che i Firmiani vanno a tavola prima di noi.

Il Dal Poggio crollò il capo e non soggiunse che:

— Donne! donne!