Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/8

D’ARISTOFANE. 4



mi,e dìventasse malitioso,scaltrito,disleale,malva gio,e che non gli restasse cosa di buono: ciò isti mando,come cosa utile a la vita sua.

Ca. Che rispuose Febo da le corone?

Cr. Tu l'intenderai, il dio apertamente mi disse, che à l’uscir mio mi ponesse a seguir il primo, ch’io trovasse:e non lo lasciasse mai,fin che nò l’haves se meco ridotto à casa.

Ca. In costui prima t’affronti.

Cr. In costui.

Ca. Ben intenditu 'l parlar de’l dio, che chiaris simamente ti dice a lettere di scattole,ò scio cone, essercita tuo figlio ne costumi civili de la patria ?

Cr. Donde ne cavi tu questo giudicio?

Ca. Questo veramente lo conoscerebe un cieco, che a'l tempo d'adesso non bisogna esser huomo da be ne,à chi vuol far roba.

Cr. La profetia non vuol dir questo, ma ella guarda à qualche cosa di magior importanza: ma se’l ne dicesse, chi è costui che è venuto quà à noi, e per che causa,e che va egli cercando, saperé mo che vuol inferire la profetia circa il caso nostro.

Ca. Horsu dì tu prima che sei? ò faccio io quello che siegue dietro a’I gridare?

Cr. Bisogna dirlo,e molto presto.

4 iiij Cr.