- va via.
- Donna
- Per la luna io me ne tornaro subito poi che l’havrò scorticato.
- Lisistrata
- E nò, è no ’l scorticare, se questo comminciarai tu, un’altra donna vora far il simile.
- Altra donna
- O honoranda Lucina vietami da ’l parto, fin ch’io me ne vado in uno santo luogo.
- Lisistrata
- Che cianci tu?
- Donna
- Presto presto parturirò.
- Lisistrata
- Non havevi già hieri il ventre.
- Donna
- Hoggi hò il ventre. ma lasciami pur andar à casa prestissimamente, ò Lisistrata à la comare.
- Lisistrata
- Che parole dici? che durezza hai qui?
- Donna
- Un fanciullo maschio.
- Lisistrata
- Non per Venere, non tu certo, ma pare che habij non sò che concavità di metallo. saperò ben’io ò faccia da ridere se io hò questa celata sacra. dicevi tu che eri gravida?
- Donna
- Et son anche gravida per Giove.
- Lisistrata
- Perche hai dunque la celata?
- Donna
- Se ’l parto mi occupasse ne la cità, parturirei ne la celata andandoli sopra come fanno le colombe.
- Lisistrata
- Che dici? escusi manifeste cose? non aspetterai
le feste de la natività de la celata?
- Altra donna
- Non posso n’anche dormire ne la cità, poi che molti dì fà vidi un serpente domestico.
- Altra donna
- Et io da le civette muoro, sempre, che ne le vigilie gridano.
- Lisistrata
- o desgratiate lasciate le mostruose baie: forsi de-