Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/574
- anchora à le porte.
- Coro de le femine
- Che havete paura di noi? vi paremo forsi pur assai? e pur non vedete anchora la millesima parte di noi.
- Coro de vecchij
- O Fedria lasciaremo, che costoro ragionino tanto? non era ben fatto che uno le ligasse ad un legno, e battessele molto bene?
- Coro de le femine
- Mettiamogli pur le sedelle anchor noi, à ciò che se un gli metterà la mano, non mi sia questo ne i piedi.
- Coro de vecchij
- Per Giove se alcuno havesse pistato ò due ò tre volte le mascelle di costoro come d’un bufalo, non haverian già loro voce.
- Stratillide
- Non di meno ecco, alcuno percotta, et io gli darò. E mai niuna altra cagna ti pigliarà i testicoli.
- Coro de vecchij
- Se non tacerai, io ti darò, et ti caverò la tua vecchiezza.
- Stratillide
- Tocca solamente Statillide co’l dito, valle à presso.
- Coro de vecchij
- Che poi, se ti toccherò con le dita, che mal mi farai?
- Stratillide
- Ti rosicarò il polmone, et ti cavaro le budella.
- Coro de vecchij
- Non gli è huomo piu savio d’Euripide poeta: che non gli è bestia a’l mondo si sfacciata, come sono le femine.
- Stratillide
- Alziamo su un secchio d’aqua ò Rodispe.
- Coro de vecchij
- Che poi ò da i dei odiata, per che sei venuta quà et hai portata l’aqua.