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D'ARISTOFANE 255
Mnesiloco
Udirò & tacerò la portella.
Euripide
Qui Agathone glorioso habita, tragico poeta.
Mnesiloco
Come è fatto questo Agathone? qual Agathone? è forsi negro, gagliardo?
Euripide
Non, ma è un’altro. non l’hai tu mai veduto?
Mnesiloco
Ha egli la barba?
Euripide
Non l’hai tu mai veduto?
Mnesiloco
Non per Giove, non io già, che sapia.
Euripide
Et tu forsi hai chiavato, ma per aventura no’l sai. ma fugiamo fuor d’i piedi, che vien fuora un suo servidore, che ha de’l fuogo, & de le bachette di mirto: par che voglia sacrificare à la poesia.
Servidore
A tutto il popolo sia buon’augurio. & chiudi la bocca, perche la festa de le muse e le istesse musiche comincian haver potenza ne le corti de’l patrone, & l’etere habia il fiato tranquillo, & la verde aqua de’l mare non straβuoni.
Mnesiloco
Bombax.
Euripide
Taci, che ditu?
Servidore
Et le generationi de gli ucelli s’adormentino, & i piedi de le salvatiche fiere che corrono per le selve non si sciolgano.
Mnesiloco
Bombalobombax.
Servidore
Perche primo il nostro Agathone da le bella parole ha ad essere.
Mnesiloco
Che forsi, esser chiamato?
Euripide
Chi ha parlato?
Mnesiloco
Il cheto ethere.