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il pegno apresso sediamosi, che diciamo e diamo le sententie, e ogni cosa che bisogna a le amiche nostre. Nulla dimeno che dico io? bisognava ch’io nominassi gli amici. hor vedi che iscacciamo costoro de la cità venendo ciascuno inanti, quando bisognava venire à pigliare il solo obolo sedevano et ragionavano, adesso mi turbano pur assai. ma quando signoregiava quello generoso Mironide, niuno ardiva le cose de la cità governare, portandone via l’argento: ma ogniuno à un per uno veniva portando ne’l vasetto da bevere, e de’l pane insieme, e doi cepolle, e tre olive. Adesso cercamo d’havere un triobolo, quando facciono qualche cosa commune, come se anchor portassino il letame.
Ble.
Che cosa? dove questa donna senza cervello? perche è laurora ella non appare. io havendo voglia di cacare già un pezzo sono qui, et cerco le scarpe ne’l oscuro, e la veste mia. poi che andando à tentone non l’hò potuta trovare (costui ne l’intestino batteva à la porta) piglio questa mezza veste di donna, e mi tiro dietro le soi persiche. ma dove s’abbaterà alcuno cacar ne’l spazzata? certamente di notte ogni luogo è buono, che nissuno non mi vedeva cacare. Oime infelice, che sendo vecchio hò menato moglie, di quante bastonate son io degno, che d’indi mai niuna cosa integra m’è uscita da le mani? non dimeno bisogna cacare.