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mai.
- Eu.
- O Hercole che bestia è questa mò? che penne? che fogia di tre creste?
- Pi.
- Che son quei che mi cercano?
- Eu.
- I dodeci dei verranno à darti de le botte.
- Ep.
- Che mi sbeffegiate à vedermi le penne? io era ben anchora io un’huomo, ò forestieri.
- Eu.
- Non ti sbeffegiamo.
- Ep.
- Mò che?
- Eu.
- Il tuo becco ne pare una cosa da ridere.
- Ep.
- In simile cosa anchor Sofocle mi offende ne le tragedie, facendomi esser Tereo.
- Eu.
- Sei forse tu Tereo? un’ucello, ò un pavone?
- Ep.
- Son io un’ucello.
- Eu.
- Et poi ove hai le penne?
- Ep.
- Sono mi cadute.
- Eu.
- Che, per qualche malatia?
- Ep.
- Non, ma d’inverno tutti gli ucelli ne le pelano, et di nuovo mandiamo su de le altre penne, ma ditemi, che sete voi due.
- Eu.
- Noi? huomini.
- Ep.
- D’onde per natione?
- Eu.
- D’onde sono le buone barche.
- Ep.
- Sete voi giudici?
- Eu.
- Non, ma d’un’altro costume, Misodici.
- Ep.
- Sì, che questo seme ivi si semina?
- Eu.
- Un poco cercandone, ne pigliarai da’l campo.
- Ep.
- Et di che cosa havendo bisogno quà sete venuti?