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GLI UCELLI
tra via. & questo io meschino hò creduto à la cornachia, passare per una via, piu di mille stadii larga.
Eu.
Et io infelice questo hò creduto a’l cornachione, à trarmi giu le unghie de li didi.
Pi.
Ma io non so anchora in che terra siamo piu.
Eu.
Di quì troverai tu una patria in altro luogo?
Pi.
Ne anche per Giove in qua Execestide.
Eu.
Oime.
Pi.
Tu ò compagno vieni su questa via.
Eu.
Certo gran dispiacere n’ha fatto l’adirato Filocrate da gli ucelli, venditor di scudelle, che ne hà detto di questi doi, che Tereo dica Epope, che é diventato ucello da gli ucelli. & à Tarrelide hà venduto il cornachione per un bagatino, e la cornachia per un quattrino, et questi niente altro fanno se non morsicare. & hora perche stai à guardare in su? tal volta per caso per le pietre anchora ne menarai, per ciò che non è quivi via alcuna.
Pi.
Ne anche per Giove, qui per modo alcuno è una via.
Eu.
Ne la cornachia dice niente de la via.
Pi.
Nò, ella grida una cosa medesima, & hora, & à l’hora.
Eu.
Hor che dice ella de la via?
Pi.
Che altro dice’lla, se non morsicando di mangiarmi giu le dita?