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L'ACARNE
à questi che hanno l’aglio?
- Di.
- Guardate ò Pritanesi, che cosa patisco io ne la patria. et da gli huomini Barbari, ma io aviso à i Traci che non facino concilio de la mercede. et vi dico, che questo è una piogia fuor di tempo, e una giozza mi ha percosso.
- Pre.
- Che i Traci se partino, e siano presenti a’l nuovo principio, imperoche i Pritanesi finiscono il concilio.
- Di.
- Oime povero, quanto pulmentario hò io perso? questo Amfiteo è da Lacedemone. Dio ti salvi Amfiteo.
- Am.
- Non anchora, nanzi ch’io fuga. bisogna che io fuga da gli Acarnei.
- D.
- Che gli è?
- Am.
- Portandote la tregua son affrettato à venire. Questi
Acharnici vecchij l’hanno odorato, vechij sodi, fiancosi, duri, combattitori ne’l Marathone, funditori, e tutti hanno gridato ò sceleratissimo portitu la pace sendo tagliate le vigne? et ne le vesti hanno colletto pietre: et io son fugito, e elli mi perseguitavano e gridavano.
- Di.
- Dunque grideranno? portali la pace.
- Am.
- Io ti dico, cbe tre sono le gustationi, sono queste di cinque anni, pigliale e gustale.
- Di.
- Oh, oh.
- Am.
- Che gli è?
- Not.
- Non mi piaciono, che sentino di pace e di prepa-