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- Po.
- Che conietture adunque farò io? penserò che voi giudicate à spettatori saviamente.
- Al.
- Io ti dirò, và piglia tacitamente la mia cista, et cerca dentro ciò che vi è: et quella di Paflagone, et à la fine giudicherai bene.
- Po.
- Lasciami vedere. che cosa è dunque?
- Al.
- Ma non vedi quella vuota ò vecchietto? t'hò pur portato ogni cosa.
- Po.
- Questa cista sa ben de le cose de'l popolo.
- Al.
- Và dunque anchor quà à casa di Paflagone. vedi tu hora?
- Po.
- Oime de quanti beni è'lla piena. quanta cosa di fugazza iui è posta dentro. et n'hà spezzato via un pezzetto, et me l'hà dato.
- Al.
- Tai cose pur anchora in prima faceva. ti dava pure un poco di quelle cose che pigliava: et esso à se medesimo si metteva innanzi le cose magiori.
- Po.
- O sciagurato, robandomi m'hai ingannato in queste cose, et io ti hò incoronato, et t'hò donato.
- Cl.
- Et io ti hò robato in bene per la cità.
- Po.
- Metti giu tosto la corona, che io voglio ponerla à quest'altro.
- Al.
- Mettila giù presto asino.
- Cl.
- Non certamente, poi che hò io l'oracolo d'Apolline, che dice da chi solamente mi bisognerà esser vinto.
- Al.
- Che dice'l mio nome, et molto chiaramente.
- Cl.
- Et pur ti voglio arguire per coniettura, se pur