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- Cl.
- Ecco, che ti porto io questa ischicciata di quello orzo macinato da Pilo.
- Al.
- Et io pan di cane incavato, minutamente tagliato da la dea con la man d'avorio.
- Po.
- Tu havevi dunque ò riverenda signora un gran dito.
- Cl.
- Et io ti porto fava franta, cotta à lesso, ben colorita, et bella. et questa Pallade ha fatto, la pugnatrice di Pilo.
- Al.
- O populo la dea apertamente considera, et hora tiene la tua pugnata piena di bruodo.
- Po.
- Pensitu che si potrebe habitar questa cità, se manifestamente non tenesse la nostra pugnata?
- Cl.
- L'essercito per spaventarti t'hà dato questa particella.
- Al.
- Costei ch'hà'l padre potente, ti dà carne cotta ne'l bruodo, et trippe buone et grasse, ben conze.
- Po.
- Hà fatto bene, che s'ha ricordato de'l peplo.
- Cl.
- La Gorgolofesa comandò che si mangiasse da questo carrattiero, per parar bene le navi.
- Al.
- Piglia queste anchora.
- Po.
- Et che bisogno haveremo di queste trippe?
- Al.
- Essa dea di sua volontà t'hà mandato ne le barche le interiori, perche come si vede, molto hà cura de'l navale. tuotti anche da bevere per due volte.
- Po.
- Quanto humana, ò Giove, et che mi porta si ben queste tre cose.
- Al.
- La Pallade hà pur immescolato quello con Tritone.