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millia.

Al.
Che stai tu a gridare et smergolare, sceleratissimo che tu sè fra'l popolo Atheniese? et ti scoprirò per Cerere, ò che non viverò, che piglij doni di Mitilene, piu che quaranta mine.
Co.
O manifesto à tutti gli huomini, grandissima utilità, ti tengo beato per la buona lingua, per ciò che se così seguirai, piu grande farai di tutti i Greci, et solo goderai quello ch'è ne la cità: comandarai à i compagni havendo'l tridente per insegna: ove farai molta roba er assai danari, et conquassando et disturbando. et non mandar via l'huomo, perche t'ha dato l'impresa. per ciò che facilmente superarai havendo cosi fatti lati.
Cl.
Non, ò buoni compagni, queste cose anchora sono cosi, per Nettuno. perche io hò da tacere avanti gli inimici mei tutti, tal cosa fatta, fino à tanto che da Pilo resti qualche scuto.
Al.
Ritienti ne i scuti, perche hai data la’mpresa. per ciò che non ti bisognava, se ami'l popolo, per prudentia lasciare dedicare queste coregie, ad esse coregie. ma questa è ò popolo una inventione, che se tu voglij punire questo huomo, questo non ti sia concesso. vedi tu la sua compagnia, come ella è de giovani che vendono pelli? et dietro à questi à torno habitano quelli che vendono cose dolci, et formagiari, e questa è una sola cosa che inchina. il perche se tu mugirai, et guardarai la testula.