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sanza, che i cavallieri non fugano ne in terra, ne in mare.
- Co.
- O amicissimo de gli huomini e giovanissimo, quanta cura tu absente ne hai dato? et hora poi che saluo sei ritornato, fanne sapere come hai certata la cosa.
- Al.
- Che cosa altra, se non che son fatto vincitor de’l consiglio?
- Co
- Hor vogliamo ch’ogn’uno s’alegri, ò che dici cose honeste, et molto meglio anchora ne le parole essercitato, m’havestu contato chiaramente ogni cosa, perche à me pare cosi, ben che longa via è à correre à udire, circa à questo ò huomo mio da bene dì animosamento, che ogn’uno di noi con teco si alegriamo.
- Al.
- Et certo è cosa degna: per ciò che subito io dopo costui di quà mi partiva. et costui di dentro comminciando à dire parole spingitive, e sonore, mentendo affermava contra i cavallieri, fermando percipitij, e congiuratori dicendogli, e il concilio in tutto credendo, tutto audace da esse di fredde bugie fu fatto pieno, et risguardò acutamente, e risplendette la fronte, et io intese, e conosciute le parole, e che s’era ingannato d’ingannamenti, hor già diss’io Scitali, e Fenaci, e bereschiti, e cobali, e motoni, e il foro, dove, quando era fanciullo, fui ammaestrato. hor datemi l’audacia e la lingua facile, e la voce sfaciata, e quando