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D’ARISTOFANE | 95 |
perche la governatione de’l popolo piu non è per un’huomo musico, ne anche accostumato, e da bene, anzi è per uno ignorante et odioso. ma non lasciare quello che t’hanno dato i dei ne gli oracoli.
- Al.
- A che modo adunque dice l’oracolo?
- De.
- Ben per i dei, e variamente, e prudentemente con oscurità parlando, ma quando Biseeto che ha torto il muso, havrà tolto con le masselle il dracon pazzo, bevitore di sangue: à l’hora sarà morta l’amaritudine de Paflagoni. e à i venditor di ventriculi dio dà gran gloria, se non volessimo piu presto vendere trippe.
- Al.
- A che modo adunque queste cose sono per me, insegnami un’altra volta.
- De.
- Birseeto è questo di Paflagonia.
- Al.
- Perche ha torto il muso?
- De.
- Come dice questo, che con le mani storte, e corve rapisce e porta.
- Al.
- Il dracone poi à che fine?
- De.
- Questo è chiarissimo, che’l dracone è cosa lunga, e la trippa lunga anchora: e la trippa, e il dracone sono bevitori di sangue. però dice che ’l dracone vince Birseeto, se non sarà accarezzato con parole.
- Al.
- Questi oracoli m’imbelliscono pure, ma mi maraviglio poi à che modo io sia sofficiente à governare il popolo.
De.