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D'ARISTOFANE 87
chrime da gli occhi sonomi cadute, cadute à me felice. o Candiotti figlioli de l'Ida pigliate gli archi aiutatemi, e circondando la casa, tirate saette. insieme la retiale Diana, gratiata giovane, havendo le canicole, mi venga à ritrovare in ogni luogo de la casa mia. e tu ò Hecate levando le lampadi de 'l dopio fuoco di Giove con le acutissime mani fà lume in Glice, à ciò che entrando io l'attrovi.
Dionisio
Cessate hormai da cantare.
Eschilo
Et io sufficientemente. io solo voglio mettere à la balanza ciascun che dirà contra à la poesi nostra. e cosi ponderarassi il peso nostro de le parole.
Dionisio
Horsu. se 'l bisogna, ch'io venda l'arte d'i poeti con il formazzo.
Coro
Affaticosi sono questi prudenti. ma questo altro monstro adesso è occupato, e pieno di assurditade. che l'haveria pensato? per San, io veramente (s'alcuno incontrasse, e me lo dicesse) non lo crederei, ma pensarei bene, ch'egli mi desse parole.
Dionisio
Hor riducetevi à le balancie.
Eschilo
Io gli vò.
Dionisio
Ogn'uno dica la sua, ne finite, nanti che io sibili.
Eschilo
Intendemo.
Dionisio
Dicete una parola in balanza.
Euripide
Dio volesse che la nave d'Argo non havesse trapassato