il delphine amatore de 'l canto conquassa le nigre prove, i vaticinij, e stadij. ò figlio circumponi à tuoi braccij il pampino che fa cessare la fatica, è questa è una voluttà de 'l racemo de la vite, fiorita di vino, veditu questo piede?
- Dionisio
- Lo vedo.
- Eschilo
- Che cosa? tu lo vedi?
- Dionisio
- Vedolo.
- Eschilo
- Così hai ardimento di vituperar i miei canti, sopra la duodecima inventione di Cirene versificando? questi sono i toi canti. adesso ti conterò il modo de solitarij canti. O oscurità de la notte negra, che sogno infelice mi manditu? mi ritrova l'infernal ministro havendo l'alma inanimata, figlio de la notte negra, horrido, di ciera grave, e crudele, con veste negra d'un morto, crudelmente crudelmente guardando, et havendo l'unge grande. ò fanti portatemi la lume, tolete de l'aqua fluviale ne li secchi, e scaldatela, à ciò che mi lavi giu questo divino sonno. oime dio de 'l mare, questo è quello: oime, ò compatrioti vedete voi tal miracolo. Glice vanamente piglia il mio gallo. ò nimfe montane, ò furia pigliala. Io poveretta tendeva à le opere mio volgendo ei, ei, ei, con le mani il fuso pieno, filando il filo, à ciò che la mattina portandolo in piazza lo vendesse. Costui è volato, è volato ne l'aere, con le legieri sommità de l'ale: mi ha lasciato, lasciato dolore, lachrime, la-