pere: certamente la loro lingua è sbigottita, et la superbia gli manca, e le menti gli sono mobili. è dunque l'honesto aspettare costui, che alcuna cosa civile, e astuta è per dire: e quell'altro, che sforzasi da i parlari naturalmente difficili, ne li quali egli incorre, dispergere la gran suttilità de le parole.
- Dionisio
- Dicete prestissimamente. ma cose urbane, e non similitudini od imagini, ne cose che un'altro diria.
- Euripide
- Io come mi porto circa à la poesia ultimamente dirò. ma primamente arguirò à costui, che egli è superbo, ingannatore, e in che modo ingannava li spettatori, fatui, da Frinico notriti. primamente ha fatto sedere un certo huomo, ascondendo Achille, ò qualche Niobe, non mostrando la persona, che è occasione de la tragedia, e niente facendo piagnere.
- Dionisio
- Per Giove non è vero.
- Euripide
- Il coro fermava gli ordini de canti ordinatamente, quatro continovamente: e tacevano.
- Dionisio
- Et io mi ralegrava de la taciturnitade, e questo mi dilettava, non manco se havesseno parlato.
- Euripide
- Tu sei pazzo. intendi apertamente.
- Dionisio
- Così mi pare à me. poi che ha fatto egli?
- Euripide
- Di superbia hà fatto che il spettatore aspettando sentasse, quando Niobe parlava, e hora narrava un atto.