Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/156


D'ARISTOFANE 78

ben à costui: però potrà dire, che (perche cosi pare à te) ciò bisogna fare.

Dionisio
Horsu qualch'un mi porti incenso, e fuogo, che supplicherò, che questo certame, nanti a li sofismati sapientissimamente sia giudicato, e voi lodate le muse con alcun canto.
Coro
O nove virgini di Giove, muse caste, le quali riguardate i parlari tenui, li prudenti intelletti de le openioni de gli huomini, quando perveneno in contentione con acuti cogitationi, e con certami perversi contradicendo: venete à vedere la potentia de le gravissime lingue. dateli le parole con le sectioni sue. imperò che hormai di questo certame grande di sapientia veneremo à le mani.
Dionisio
Et voi pregate alquanto, nanti che si disputi.
Eschilo
O Cerere che mi nodrisse la mente fammi degno de toi misterij e sacrificij.
Dionisio
Et tu pigliando l'incenso il metterai suso.
Euripide
Bene io ho altri dei, à i quali supplico.
Dionisio
Sonno alcuni à te proprij, nuova setta?
Euripide
Sì certamente.
Dionisio
Hor suplica à questi toi dei proprij.
Euripide
O aere mio nutrimento, e rivolution de la lingua, ò prudentia, e ò nasi odorativi aiutatemi, che io possa arguire i parlari, che io hò ne le mani.
Coro
Et noi desideramo sentire un bel modo di parlare da gli huomini sapientissimi, e poi la via del sa-