ben à costui: però potrà dire, che (perche cosi pare à te) ciò bisogna fare.
- Dionisio
- Horsu qualch'un mi porti incenso, e fuogo, che supplicherò, che questo certame, nanti a li sofismati sapientissimamente sia giudicato, e voi lodate le muse con alcun canto.
- Coro
- O nove virgini di Giove, muse caste, le quali riguardate i parlari tenui, li prudenti intelletti de le openioni de gli huomini, quando perveneno in contentione con acuti cogitationi, e con certami perversi contradicendo: venete à vedere la potentia de le gravissime lingue. dateli le parole con le sectioni sue. imperò che hormai di questo certame grande di sapientia veneremo à le mani.
- Dionisio
- Et voi pregate alquanto, nanti che si disputi.
- Eschilo
- O Cerere che mi nodrisse la mente fammi degno de toi misterij e sacrificij.
- Dionisio
- Et tu pigliando l'incenso il metterai suso.
- Euripide
- Bene io ho altri dei, à i quali supplico.
- Dionisio
- Sonno alcuni à te proprij, nuova setta?
- Euripide
- Sì certamente.
- Dionisio
- Hor suplica à questi toi dei proprij.
- Euripide
- O aere mio nutrimento, e rivolution de la lingua, ò prudentia, e ò nasi odorativi aiutatemi, che io possa arguire i parlari, che io hò ne le mani.
- Coro
- Et noi desideramo sentire un bel modo di parlare da gli huomini sapientissimi, e poi la via del sa-