Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/148


D'ARISTOFANE 74
Eaco
Che egli è?
Xanthia
Cavami quello spino.
Eaco
Che cosa è questa? bisogna retornarli anchora.
Dionisio
O Apolline, che habiti Delo e Pithone.
Xanthia
Ei se duole, non odi tu?
Dionisio
Non io. perche io mi ricordava uno Iambo d’Hipponacte
Xanthia
Non fai niente, ma dagli di piedi ne la panza.
Eaco
Sì per Giove. volgimi il ventre.
Dionisio
Nettuno,
Xanthia
Alcun si duole.
Dionisio
Il quale signoregi le sommità de ’l mare Egeo, ò le profondità de ’l Glauco.
Eaco
Per Cerere non posso ad alcun modo sapere, quale de voi è dio: ma entrati che ’l signore ve conoscerà, e Proserpina, come sono e essi dei.
Dionisio
Ben dici, ma dovevi far questo nanti che ne battesti.
Coro
O Musa de li cori sacri entra ne la delettation de ’l canto mio, il quale vederò molta compagnia de ’l popolo, dove infinite sapientie sentano, piu honorate di Cleofonte, ne ’l quale la Thracia rondina gravemente risuona con li loquaci labri. ivi postasi sopra la Barbara catedra, la piangolente canta la Aedonia lege, perche muore, ben che il suffragio uguale non li manchi.
Semicoro
E giusta cosa, ch’el sacro coro avisi e insegni le cose utili à la citade. prima dunq; ne pare egualare i citadini, e iscacciare i spaventi, e se