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ti mali et dishonesti: et poi di quì come era’l dovere, havemo contenduto di parola in parola. poi costui m’assalta adosso, et poi mi pistava, et batteva, et suffocava, et consumava.
Fid.
Giustamente adunque, che non laudi Euripide sapientissimo?
Str.
Colui sapientissimo? ò che ti debo dire, ma un’altra volta di fresco sarò battuto.
Fid.
Per Giove meritamente.
Str.
Et à che modo giustamente, ò senza vergogna ch’io t’hò allevato accorgendomi che ogni cosa balbettavi ciò che intendevi. per ciò che se tu dicevi bruon, io intendendo ti dava bevere: et se tu domandavi mamma, io veniva à portarti del pane. et di cacare non sapevi dire, et io pigliandoti fuori ti portava et ti teneva avanti, tu mò hora soffocandomi, chiamando et gridando che havessi voglia di cacare, non hai sofferto menarmi fuora ò tristo. lasciami andar fuora, ma suffocato et oppresso qui hò fatta la cacca.
Coro.
Penso che i cuori d’i giovani ballino ad ogni cosa ch’ei dirà, per ciò che costui facendo tai cose, parlando sarà ubidito. pigliando una pelle di quelle che sono piu vecchie, ma ne anche de’l cecere, ò tu che muovi et cacci le novelle, à tè appertiene cercare qualche persuasione, per parere dire cose giuste.
Fid.
Molto suave cosa è et dolce poter manegiare co-