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IL PLVTO
Pl.
Liberamente il dico.
Cr.
E tu n'andaressi a gli huomini da bene ?
Pl.
Certo. molto tempo hà che non gli bò ueduti.
Ch.
Nõ è marauiglìa alcuna, che n'anche io ch’hò gli occhij.
Pl.
Lasciatemi hora andare. che homai hauete inteso da me ciò che uoleuate.
Cr.
Non per Gioue. ma ti terremo tãto mgiorméte.
Pl.
No’l diceua io ? che uoi erate per trauagliarmi?
Cr.
E tu di gratia stà ad ubidienza,e non m'abbandonare: cerca pur à tua posta,che nõ sei per ritrouar uno che sia piu huomo da ben di mè. nõ per Dio, che non u'è altro che io.
Pl.
Ogn'un dice il medesimo: mi quando poi mi haueranno hauuto ueramente in suo dominio,esarano diuenuti ricchi,sono poi de'l tutto piu mal uagi de gli altri,
Cr.
L’è così certo. non è già cosi ciascuno.
Pl.
Non già per Gioue: ma di sieme tutti sì.
Ca.
Longamente ne piagnerai.
Cr.
Ma perchè tu sapi,se reiterai con noi il bene che

n'auerrà, poni mente, et ascolta. io penso, cer to i penso (con la gratia di Dio pero) di liberarti da questa ciecagine,e di farti ben uedere.

Pl.
Questo non farai tu, che non uoglio mai piu uedere.
Ca.
Che ditu ? quest’huomo è un misero,pouerazzo di natura.

Pl.: