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72 | SATIRA |
Se la virtù dà onor come vergogna
Il vizio, si potea sperar da lui
Tutto l’onor, che buon animo agogna.
A la morte del padre, e de li dui
Sì cari amici aggiungi che dal giogo
Del Cardinal da Este oppresso fui:
Che da la creazione infino al rogo
Di Giulio, e poi sette anni anco di Leo,
Non mi lasciò fermar molto in un luogo;
E di poeta cavallar mi feo:
Vedi se per le balze e per le fosse
Io poteva imparar Greco o Caldeo.
Mi maraviglio, che di me non fosse,
Come di quel Filosofo, a chi il sasso,
Ciò che innanzi sapea, dal capo scosse.
Bembo, io ti prego in somma, pria che ’l passo
Chiuso gli sia, ch’al mio Virginio porga
La tua prudenza guida, che in Parnasso,
Ove per tempo ir non seppi io, lo scorga.
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