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A
M. PIETRO
BEMBO
SATIRA SESTA
Dimostra le doti, che si ricercano in coloro, che debbono esser posti alla cura d’istruire i giovani nelle buone lettere.
Bembo, io vorrei, com’è il comun desio
De’ solleciti padri, veder l’arti,
Che esaltan l’uom, tutte in Virginio mio.
E, perchè d’esse in te le miglior parti
Veggio e le più, di questo alcuna cura
Per l’amicizia nostra vorrei darti.
Non creder però ch’esca di misura
La mia dimanda, ch’io voglia tu facci
L’ufficio di Demetrio, o di Musura.
Non si danno a’ par tuoi simili impacci;
Ma sol che pensi, e che discorri teco,
E saper da gli amici anco procacci,