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50 SATIRA

Ma fui di parer sempre, e così detto
     L’ho più volte, che senza moglie a lato
     Non puote uomo in bontade esser perfetto.
Nè senza si può star senza peccato;
     Che chi non ha del suo, fuori accattarne
     Mendicando, o rubandolo è sforzato.
E chi s’usa a beccar de l’altrui carne,
     Diventa ghiotto, ed oggi tordo o quaglia,
     Diman fagiani, un altro dì vuol starne:
Non sa quel che sia amor, non sa che vaglia
     La caritade; e quindi avvien che i preti
     Sono sì ingorda e sì crudel canaglia.
Che lupi sieno, e ch’asini indiscreti,
     Me ’l dovreste saper dir voi da Reggio,
     Se già il timor non vi tenesse cheti.
Ma senza che ’l diciate, io me n’avveggio:
     De l’ostinata Modena non parlo,
     Che tutto, che stia mal, merta star peggio.
Pigliala, se la vuoi; fa, se dei farlo,
     E non voler, come il Dottor Bonleo,
     A l’estrema vecchiezza prolungarlo.
Quella età più al servizio di Lieo
     Che di Vener conviensi: si dipinge
     Giovane e fresco, e non vecchio Imeneo.
Il vecchio, allora che ’l desio lo spinge,
     Di sè presume, e spera far gran cose;
     Si sganna poi, che al paragon si stringe.