Non vuol, che in ben vestir altri l’avanzi;
Spenditor, Scalco, Falconiero, e Cuoco,
Vuol chi lo scalzi, e chi li tagli innanzi.
Oggi uno, e diman vende un altro loco,
Quel, che in molt’anni acquistàr gli avi, e i patri,
Getta a man piene, e non a poco a poco.
Costui non è chi morda, o che gli latri;
Ma liberal, magnanimo si noma
Fra i volgari giudicj oscuri ed atri.
Solonio di faccende sì gran soma
Tolle a portar, che ne saria già morto
Il più forte somier, che vada a Roma.
Tu ’l vedi in Banchi, a la Dogana, al Porto,
In Camera Apostolica, in Castello,
Da un ponte a l’altro a un volger d’occhi sorto.
Si stilla notte e dì sempre il cervello,
Come al Papa ogn’or dia freschi guadagni,
Con dazj nuovi, e multe, e con balzello.
Gode fargli saper, che se ne lagni,
E dica ogn’un, che a l’util del padrone
Non riguardi parenti, nè compagni.
Il popol l’odia, ed ha d’odiar ragione;
Se d’ogni mal, che la città flagella,
Gli è ver, ch’egli sia il capo, e la cagione.
E pur grande, e magnifico s’appella,
Nè, senza prima discoprirsi il capo,
Il nobile, o ’l plebeo mai gli favella.