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36 SATIRA

Pian piano, Bomba, non alzar la voce:
     Bestemmian Cristo gli uomini ribaldi
     Peggior di quei, che lo chiovaro in croce.
Ma ben gli onesti, e i buoni dicon mal di
     Te, e dicon ver, che carte false, e dadi
     Ti danno i beni, c’hai mobili, e saldi.
E tu dai lor da dirlo, perchè radi
     Più di te in questa terra straccian tele
     D’oro, e broccati, velluti, e zendadi.
Quel, che dovresti ascondere, rivele;
     A’ furti tuoi, che star devrian di piatto,
     Per me’ mostrarli, allumi le candele:
E dai materia, ch’ogni savio, e matto
     Intender vuol, come ville, e palazzi
     Dentro e di fuor in sì pochi anni hai fatto;
E come così vesti, e così sguazzi;
     E risponder è forza, che a te è avviso
     Esser grand’uomo, e che dentro ne guazzi.
Pur che non se lo veggia dire in viso,
     Non stima il Borno, che sia biasmo, s’ode
     Mormorar dietro, ch’abbia il frate ucciso.
Se ben è stato in bando un pezzo, or gode
     L’ereditate in pace; e chi gli agogna
     Mal, freme in darno, e indarno se ne rode.
Quell’altro va se stesso a porre in gogna,
     Facendosi veder con quella aguzza
     Mitra, acquistata con tanta vergogna.