Pian piano, Bomba, non alzar la voce:
Bestemmian Cristo gli uomini ribaldi
Peggior di quei, che lo chiovaro in croce.
Ma ben gli onesti, e i buoni dicon mal di
Te, e dicon ver, che carte false, e dadi
Ti danno i beni, c’hai mobili, e saldi.
E tu dai lor da dirlo, perchè radi
Più di te in questa terra straccian tele
D’oro, e broccati, velluti, e zendadi.
Quel, che dovresti ascondere, rivele;
A’ furti tuoi, che star devrian di piatto,
Per me’ mostrarli, allumi le candele:
E dai materia, ch’ogni savio, e matto
Intender vuol, come ville, e palazzi
Dentro e di fuor in sì pochi anni hai fatto;
E come così vesti, e così sguazzi;
E risponder è forza, che a te è avviso
Esser grand’uomo, e che dentro ne guazzi.
Pur che non se lo veggia dire in viso,
Non stima il Borno, che sia biasmo, s’ode
Mormorar dietro, ch’abbia il frate ucciso.
Se ben è stato in bando un pezzo, or gode
L’ereditate in pace; e chi gli agogna
Mal, freme in darno, e indarno se ne rode.
Quell’altro va se stesso a porre in gogna,
Facendosi veder con quella aguzza
Mitra, acquistata con tanta vergogna.