Ma, quando Cardinale, o de li servi
Io sia il gran servo; e non ritrovino anco
Termine i desiderj miei protervi;
In ch’util mi risulta essermi stanco
In salir tanti gradi? meglio fora
Starmi in riposo, o affaticarmi manco.
Nel tempo, ch’era nuovo il mondo ancora;
E che inesperta era la gente prima;
E non eran l’astuzie, che son ora;
A piè d’un alto monte, la cui cima
Parea toccasse il cielo, un popol, quale
Non so mostrar, vivea ne la valle ima;
Che più volte osservando la ineguale
Luna, or con corna, or senza, or piena, or scema,
Girare il cielo al corso naturale;
E credendo poter da la suprema
Parte del mondo giungervi, e vederla
Come si accresca, e come in sè si prema;
Chi con canestro, e chi con sacco per la
Montagna, cominciar correr in su,
Ingordi tutti a gara di tenerla.
Vedendo poi non esser giunti più
Vicini a lei, cadeano a terra lassi,
Bramando in van d’esser rimasi giù:
Quei, ch’alti li vedean dai poggi bassi,
Credendo che toccassero la Luna,
Dietro, venian con frettolosi passi.