Ed ebbe lume, e inspirazion di core,
Ch’indi lontano trovería nel fondo
Di certa valle il desiato umore.
Con moglie e figli, e con ciò ch’avea al mondo,
Là si condusse; e con gli ordigni suoi
L’acqua trovò, nè molto andò profondo:
E non avendo con che attinger poi,
Se non un vaso picciolo ed angusto,
Disse: che mio sia ’l primo non v’annoi.
Di mogliema il secondo, e ’l terzo è giusto,
Che sia de’ figli, e il quarto, e fin che cessi
L’ardente sete, onde è ciascuno adusto.
Gli altri vo’ ad un ad un, che sien concessi,
Secondo le fatiche, a li famigli,
Che meco in opra a far il pozzo ho messi.
Poi su ciascuna bestia si consigli;
Che di quelle, che a perderle è più danno,
Innanzi a l’altre la cura si pigli.
Con questa legge un dopo l’altro vanno
A bere; e per non esser i sezzai,
Tutti ivi grandi i lor meriti fanno.
Questo una Gaza, che già amata assai
Fu dal padrone, ed in delizia avuta,
Vedendo, ed ascoltando, gridò: guai!
Io non gli son parente, nè venuta,
A far il pozzo, nè di più guadagno
Gli son per esser mai, ch’io gli sia suta;