E dopo ancor, quando levaro il collo
Medici ne la patria; e il Gonfalone,
Fuggendo del palazzo, ebbe il gran crollo;
E fin, che a Roma s’andò a far Leone,
Io gli fui grato sempre, e in apparenza
Mostrò amar più di me poche persone.
E più volte Legato, ed in Fiorenza
Mi disse, che al bisogno mai non era
Per far da me al fratel suo differenza.
Per questo parrà altrui cosa leggiera,
Che stando io a Roma, già m’avessi posta
La cresta dentro verde, e di fuor nera.
A chi parrà così, farò risposta
Con uno esempio: leggilo, che meno
Leggerlo a te, che a me scriverlo, costa.
Una stagion fu già, che sì il terreno
Arse, che ’l Sol di nuovo a Faetonte
De ’ suoi corsier parea aver dato il freno.
Secco ogni pozzo, secco era ogni fonte;
Li stagni, i rivi, e i fiumi più famosi
Tutti passar si potean senza ponte.
In quel tempo d’armenti, e de’ lanosi
Greggi, io non so s’io dico ricco, o grave
Era un pastor fra gli altri bisognosi;
Che poi che l’acqua per tutte le cave
Cercò in darno, si volse a quel Signore,
Che mai non suol fraudar, chi in lui fede have;