Chi brama onor di sproni, o di cappello,
Serva Re, Duca, Cardinale, o Papa;
Io no, che poco curo e questo, e quello.
In casa mia mi sa meglio una rapa,
Ch’io cuoco, e cotta su uno stecco inforco,
E mondo, e spargo poi di aceto e sapa;
Che a l’altrui mensa tordo, starna, o porco
Selvaggio: e così sotto una vil coltre,
Come di seta, o d’oro, ben mi corco:
E più mi piace di posar le poltre
Membra, che di vantarle, che a gli Sciti
Sian state, a gl’Indi, a gli Etiòpi, ed oltre.
De gli uomini son varj gli appetiti;
E chi piace la chierca, a chi la spada,
A chi la patria, a chi gli strani liti.
Chi vuol andar a torno, a torno vada,
Vegga Inghilterra, Ungheria, Francia, e Spagna:
A me piace abitar la mia contrada.
Visto ho Toscana, Lombardía, Romagna;
Quel Monte che divide, e quel che serra
Italia, e un mare e l’altro, che la bagna.
Questo mi basta; il resto de la terra,
Senza mai pagar l’oste, andrò cercando
Con Tolomeo, sia il mondo in pace, o in guerra.
E tutto il mar, senza far voti, quando
Lampeggi il ciel, sicuro in su le carte
Verrò, più che su i legni, volteggiando.