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16 SATIRA

Che fuor di casa, o in Gorgatello, o al Moro
     Mangian grossi piccioni e cappon grassi,
     Come egli in cella fuor del refettoro.
Fa che vi sian de’ libri, con ch’io passi
     Quell’ore, che comandano i Prelati
     Al lor uscier, che alcuno entrar non lassi.
Come anco fanno in su la terza i frati,
     Che non li muove il suon del campanello,
     Poi che si sono a tavola assettati.
Signor dirò, non s’usa più fratello,
     Poi c’ha la vile adulazion Spagnuola
     Messa la signorìa fin in bordello.
Signor (se fosse ben mozzo da spuola)
     Dirò, fate, per Dio, che Monsignore
     Reverendissimo oda una parola.
A gora non se puede: et es meiore:
     Che vos torneis a la magnana; almeno
     Fate ch’ei sappia, ch’io son qui di fuore.
Risponde, che ’l padron non vuol gli sieno
     Fatte imbasciate, se venisse Pietro,
     Paol, Giovanni, e il Mastro Nazareno:
Ma se fin dove col pensier penétro,
     Avessi a penetrarvi occhi lincei,
     O i muri trasparesser, come vetro;
Forse occupati in casa li vedrei,
     Che giustissima causa di celarsi
     Avrìan dal Sol, non che da gli occhi miei.