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A
M. GALASSO
ARIOSTO
SATIRA SECONDA
Dimostra nella persona di sè medesimo, la natura esser di poco contenta: quanto sia da prezzarsi la libertà: quanto è piena di fastidj la vita de’ Prelati, e quanto misera la condizione de’ Cortigiani.
Perchè ho molto bisogno, più che voglia
D’esser in Roma, ora che i Cardinali
A guisa de le serpi mutan spoglia:
Or che son men pericolosi i mali
A’ corpi, ancor che maggior peste affliga
Le travagliate menti de’ mortali;
Quando la ruota, che non pur castiga
Ision rio, si volge in mezzo a Roma
L’anime a cruccíar con lunga briga.
Galasso, appresso il tempio, che si noma,
Da quel Prete valente, che l’orecchia
A Marco allontanar fè da la chioma;