Bisognerieno pentole, e vasella
Da cucina, e da camera, e dotarme
Di masserizie, qual sposa novella.
Se separatamente cucinarme
Vorrà mastro Pasquino una o due volte,
Quattro, e sei mi farà il viso de l’arme.
S’io vorrò de le cose, ch’avrà tolte
Francesco di Sivier per la famiglia,
Potrò mattina e sera averne molte.
S’io dirò: spenditor, questo mi piglia,
Che l’umido crudel poco nudrisce;
Questo no, ch’ l catar troppo assottiglia:
Per una volta, o due, che mi obbedisce,
Quattro, e sei se lo scorda, e perchè teme,
Che non gli sia accettato, non ardisce.
Io mi riduco al pane; e quindi freme
La collera; cagion, che a li due motti
Gli amici, ed io, siamo a contesa insieme:
Mi potreste anco dir: degli tuoi scotti
Fa, che ’l tuo fante comprator ti sia;
Mangia i tuoi polli a li tuo’ alari cotti.
Io per la mala servitute mia
Non ho dal Cardinale ancora tanto,
Ch’io possa fare in corte l’osterìa.
Apollo, tua mercè, tua mercè, santo
Collegio de le Muse, io non mi trovo
Tanto per voi, ch’io possa farmi un manto;