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 [58]
Penſo di rimotar ſui ſuo cauallo
     E per l’aria ſpronarlo a nuouo corſo,
     Ma dubito di far poi maggior fallo:
     Ch troppo mal ql gliubidiua al morſo,
     Io paſſero per ſorza, s’ io non fallo
     (Dicea tra ſé) ma vano era il diſcorfo)
     Non ſu duo miglia lungi alla marina
     Che la bella citta vide d’Alcina.

 [59]
Lontan ſi vide vna muraglia lunga
     Che gira intorno, e gran paeſe ferra
     E par ch la ſua altezza al ciel s’ aggiiiga
     E d’oro ſia da l’alta cima a terra
     Alcun dal mio parer qui ſi dilunga
     E dice ch’eli’ e alchimia, e ſorſè ch’erra,
     Et ancho ſorſè meglio di me intende,
     A me par oro poi che ſi riſpléde.

 [60]
Come ſu preſſo alle ſi ricche mura
     Che ’l modo altre non ha de la lor ſorte
     Laſcio la ſtrada che per la pianura
     Ampia e diritta andaua alle gran porte:
     Et a man deſtra a quella piú ſicura
     Ch’ al mòte giá, piegoſſi il guerrier ſotte
     Ma toſto ritrouo l’iniqua ſrotta
     Dal cui furor gli ſu turbata e rotta.

 [61]
Non ſu veduta mai piú ſtrana torma
     Piú monſtruofi volti: e peggio fatti,
     Alcú dal collo i giú d’huomini ha ſorma
     Col viſo, altri di Simie altri di Gatti,
     Stapano alcun con pie caprigni l’orma:
     Alcuni ſon centauri agili & atti:
     Son gioueni impudenti, e vecchi ſtolti:
     Chi nudi: e chi di ſtrane pelli inuolti.

 [62]
Chi ſenza ſreno is’ un deſtrier galoppa:
     Chi lento va, con l’aſino o col bue:
     Altri faliſce ad vn centauro in groppa:
     Struzzoli molti han ſotto Aqle e Grue
     Poſi altri a bocca il corno: altri la coppa
     Chi femla: e chi maſchio: e chi amédue
     Chi porta vncino: e chi ſcala di corda:
     Chi pai di ferro, e chi vna lima ſorda,

 [63]
Di queſti il capitano ſi vedea
     Hauer gonſiato il vètre: e ’l viſo graſſo,
     llqual ſu vna teſtuggine ſedea
     Che con gran tarditá mutaua il paſſo,
     Hauea di qua e di la chi Io reggea,
     Perch egli era ebro: e tenea il ciglio baffo
     Altri la ſrote gliaſciugatia e il mèto
     Altri i panni ſcuotea per fargli vento,

 [64]
Vn e’ hauea húana ſorma i piedi e ’l vètre
     E collo hauea di cane orecchie e teſta,
     Còtra Rugiero abaia accio ch’egli ètre
     Ne la bella citta ch’a dietro reſta,
     Riſpoſe il cauallier noi faro mentre
     Haura ſorza la man di regger queſta,
     (E gli moſtra la ſpada di cui volta
     Hauea l’aguzza punta alla ſua volta.)

 [65]
Quel móſtro lui ferir vuol d’una lacia,
     Ma Ruggier preſto ſé gli auèta addoſſo
     Vna ſtoccata gli traſſe alla pancia
     E la ſé vn palmo riuſcir pel doſſo,
     Lo ſcudo imbraccia: e qua e la ſi lancia,
     Ma l’inimico ſtuolo e troppo groſſo:
     l’un qnci il púge, e l’altro qndi afferra,
     Egli s’ arroſta, e fa lor aſpra guerra.