Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/96


 [50]
Conobbi tardi il ſuo mobil’ingegno,
     Vſato amare, e difamare a vn punto,
     Nò era ſtato oltre a duo meſi in regno:
     Ch’ u nouo amate al loco mio ſu aſſunto
     Da ſé cacciommi la fata con ſdegno:
     E da la gratia ſua m’hebbe diſgiunto,
     E ſeppi poi, che tratti a ſimil porto
     Hauea mill’altri amanti: e tutti a torto.

 [51]
E perche eſſi non vadano pel mondo
     Di lei narrando la vita laſciua,
     Chi qua, chi la, per lo terren fecondo
     Li muta: altri in Abete: altri in Oliua:
     Altri i_ Palma: altri i_ Cedro: altri (ſecodo
     Che vedi me) ſu queſta verde riua:
     Altri in liquido ſonte, alcuni in ſiera:
     Come piú agrada a quella fata altiera.

 [52]
Hor tu che fei per non vſata via
     Signor venuto all’Iſola fatale,
     Accio ch’alcuno amante per te ſia
     Cóuerſo in pietra: o i onda, o fatto tale,
     Haurai d’Alcina ſcettro e ſignoria,
     E farai lieto fopra ogni mortale,
     Ma certo ſii: di giuger toſto al paſſo
     D’etrar: o i_ fiera: o i_ ſote: o i_ legno: o i_ fſaſſo

 [53]
Io te n’ho dato volentieri auiſo:
     No ch’io mi creda: ch debbia giouarte
     Pur meglio ſia: che non vadi improuiſo
     E de coſtumi ſuoi tu ſappia parte,
     Che ſorſè come e differente il viſo,
     E differente anchor l’ingegno: e l’arte,
     Tu ſaprai ſorſè riparare al danno:
     Quel che ſaputo mill ’altri non hanno.

 [54]
Ruggier che conoſciuto hauea p fama
     Ch’Aſtolfo alla ſua donna cugin’ era:
     Si dolſe assai che in ſteril piata e grama
     Mutato haueſſe la ſembianza vera,
     E per amor di quella che tanto ama
     (Pur ch ſaputo haueſſe T che maniera)
     Gli hauria fatto ſeruitio, ma aiutarlo
     In altro non potea: ch’in confortarlo.

 [55]
Lo fe al meglio che ſeppe, e domadolli
     Poi ſé via c’era ch’ai regno guidaſſi
     Di Logiſtilla, o per piano, o per colli:
     Si che per quel d’Alcina non andaſſi,
     Che ben ve n’era vn’ altra ritornolli
     L’arbore a dir: ma piena d’aſpri faſſi,
     S’andado vn poco inazi alla man deſtra
     Saliffe il poggio: i ver la cima alpeſtra.

 [56]
Ma che non penſi giá: che ſeguir poſſa
     Il ſuo camin p quella ſtrada troppo,
     Incontro haura di gente ardita, groſſa
     E ſiera compagnia con duro intoppo,
     Alcina ve li tien: per muro e ſoſſa
     A chivoleſſe vſcir ſuor del ſuo groppo
     Ruggier quel Mirto ringratio del tutto
     Poi da lui ſi parti dotto & inſtrutto.


 [57]
Venne al cauallo e lo diſciolſe: e preſe
     Per le redine: e dietro ſé lo traſſe,
     Ne come fece prima piú l’aſcefe:
     Perche mal grado ſuo non lo portaſſe,
     Seco penſaua come nel paeſe
     Di Logiſtilla a ſaluamento andaſſe,
     Era diſpoſto, e fermo vſar ogni opra
     Che no gli haueſſe Iperio Alcina fopra