Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/81


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Fatto il penſier: Dalinda mia mi dice
     (Che coſi ſon nomata) ſaper dei
     Che come ſuol tornar da la radice
     Arbor che tronchi e quattro volte e fei
     Coſi la pertinacia mia inſelice
     Benché ſia tronca da i ſucceſſi rei:
     Di germogliar non reſta: che venire
     Pur vorria a ſin di queſto ſuo deſire.

 [24]
E non lo bramo tanto per diletto:
     Quato perche vorrei vincer la pruoua
     E non poſſendo farlo con effetto
     S’ io lo ſo imaginado ancho mi giuoua,
     Voglio qual’uolta tu mi dai ricetto
     Quando allhora Gineura ſi ritruoua
     Nuda nel letto: che pigli ogni veſta
     Ch’ ella poſta habbia: e tutta te neveſta.

 [25]
Come ella s’ orna: e come il crin diſpone
     Studia imitarla, e cerca il piú che fai
     Di parer deſſa: e poi fopra il Verrone
     A mandar giú la ſcala ne verrai:
     Io verro a te con imaginatione
     Che quella ſii: di cui tu i panni haurai:
     E coſi ſpero me ſteffo ingannando
     Venir in breue il mio deſir ſciemando.

 [26]
Coſi diſſe egli: io che diuiſa e ſcura
     E lungi era da me: non poſi monto
     Che queſto in che pregado egli pfeura
     Era vna ſraude pur troppo euidente,
     E dal Verron coi panni di Gineura
     Mandai la ſcala: onde ſali ſouente:
     Et non m’accorti prima de l’inganno
     Che n’era giá tutto accaduto il danno.

 [27]
Fatto in quel tempo con Ariodante
     Il Duca hauea queſte parole, o tali:
     Che grandi amici orano ſtati inante
     Che per Gineura ſi feffon riuali,
     Mi marauiglio (icomício il mio amate)
     C’hauendoti io ſra tutti li mie’ uguali
     Sempre hauuto í riſpetto, e ſemp amato
     Ch’ io ſia da te ſi mal rimunerato.

 [28]
Io ſon ben certo che comprendi e fai
     Di Gineura e di me l’antiquo amore,
     E por ſpofa legitima hoggimai
     Per impetrarla ſon dal mio Signore,
     Perche mi turbi tu ? perche pur vai
     Senza ſrutto in cortei ponendo il core?
     Io ben a te riſpetto haurei per Dio
     S’ io nel tuo grado ſoſſi e tu nel mio.

 [29]
Et io (riſpoſe Ariodante a lui)
     Pi te mi marauiglio maggiormente,
     Che di lei prima inamorato ſui
     Che tu l’haueffi viſta ſolamente,
     E ſo che fai quanto e l’amor tra nui:
     Ch’ eſſer no può, di ql che ſia piú ardete
     Et ſol d’effermi moglie intéde e brama
     Et ſo che certo fai ch’ella no t’ama

 [30]
Perche no hai tu dunq? a me il riſpetto
     Per l’amicitia noſtra? che domande
     Ch’ ate hauer debba? e ch’io t’ haure’ I effetto
     Se tu ſoſſi co lei di me piú grade?
     Ne men di te p moglie hauerla aſpetto:
     Se ben tu fei piú ricco in queſte bande:
     Io no ſon meno al Re che tu ſia grato:
     Ma piú di te da la ſua ſiglia amato.