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Ma perche il tuo Ruggiero a te fol’habbia
E nò al Re Agramate ad obligarſi,
Che tratto ſia de l’incantata gabbia,
T’ inſegnero il remedio che de vſarſi:
Tu te n’ andrai tre di lungo la ſabbia
Del mar: ch’e horamai pſſo a dimoſtrarfi,
Il terzo giorno in vn’ albergo teco:
Arriuera coſtui e’ ha l’annel ſeco.
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La ſu a ſtatura: accio tu lo conoſca,
Non e fei palmi: & ha il capo ricciuto,
Le chiome ha nere: & ha la pella ſoſca:
Pallido il viſo: oltre il douer barbuto:
Gliocchi gonſiati: e guardatura loſca:
Schiacciato il naſo: e ne le ciglia hirſuto
l’habito, accio ch’io lo dipíga Itero,
E ſtretto e corto: e ſembra di corriero.
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Con eſſo lui t’ accadera ſoggetto
Di ragionar di quelli incanti ſtrani
Moſtra d’hauer (eòe tu haura’ in effetto)
Diſio chel mago ſia teco alle mani,
Ma non monſtrar che ti ſia ſtato detto
Di quel ſuo annel: che fa gl’incanti vani
Egli t’ offerirá moſtrar la via
Fin alla rocca: e farti compagnia.
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Tu gli va dietro: e come t’ auicini,
A quella rocca: ſi ch’ella ſi ſcopra:
Dagli la morte: ne pietá t’ inchini
Che tu no metta il mio còſiglio in opra
Ne far ch’egli il penſier tuo s’indouini:
E c’habbia tempo che l’annel lo copra:
Perche ti ſpariria da gliocchi toſto
Ch’ i bocca il ſacro ánel s’ haueſſe poſto
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Coſi parlando giunſero ſui mare
Doue pſſo a Bordea mette Garonna
Quiui non ſenza alquanto lagrimare
Si diparti l’una da l’altra donna,
La ſigliuola d’ Amon che per ſlegare
Di prigione il ſuo amante non alfonna:
Camino tanto che venne vna ſera,
Ad vno albergo oue Brunel prim’era.
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Conoſce ella Brunel come lo vede:
Di cui la ſorma hauea ſculpita in méte,
Onde ne viene: oue ne va: gli chiede
Quel le riſponde: e d’ ogni coſa mente,
La Donna giá preuiſta non gli cede
In dir menzogne: e ſimula vgualmente
E patria: e ſtirpe: e fetta: e nome: e feſſo,
E gli volta alle ma pur gliocchi ſpeffo.
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Gli va gliocchi alle man ſpeffo voltado
In dubbio ſempre eſſer da lui rubata,
Ne lo laſcia venir troppo accoſtando,
Di ſua condition bene inſormata,
Stallano inſieme in queſta guiſa: quádo
l’orecchia da vn rumor lor ſu ítruonata
Poi vi diro Signor che ne ſu cauſa
C’hauro fatto al cantar debita pauſa.