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La lancia del Pagan che venne a corre
Lo ſcudo a mezo, ſé debole effetto:
Tanto Tacciar che pel famoſo Hettorre
Temprato hauea Vulcano era perfetto,
Ruggier la lancia parimente a porre
Gli ado allo ſcudo: e glie le paſſo netto.
Tutto che foſſe appſſo vn palmo groſſo
Dètro e di ſuor d’ acciaro e Tmezo d’ oſſo.
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E ſé non che la lancia non ſoſtenne
Il graue ſcótro, e maco al primo affatto,
E rotta in ſcheggie e í trochi, hauer le pène
Parue per l’aria, tanto volo in alto,
L’ofbergo apria (ſi ſurioſa venne)
Se foſſe ſtato adamantino ſmalto,
E ſinia la battaglia: ma ſi roppe,
Poſero in terra abi i deſtrier le groppe.
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Con briglia e ſproni i cauallieri inſtando
Riſalir ſeron ſubito i deſtrieri,
E d’onde gittar l’haſte preſo il brando
Si tornaro a ferir crudeli e ſieri,
Di qua: di la con maeſtria girando
Gli animoſi caualli atti e leggieri,
Con le pungenti ſpade incominciaro
A tentar doue il ferro era piú raro.
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Non ſi trono lo ſcoglio del ſerpente
Che ſu ſi duro, al petto Rodomonte:
Ne di Nembrotte la ſpada tagliente
Ne’l ſolito elmo hebbe ql di alla ſronte,
Che l’ufate arme quando ſu perdente
Contra la donna di Dordonna al ponte
Laſciato hauca foſpeſe a i ſacri marmi.
Come di fopra hauerui detto parmi.
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Egli hauea vn’ altra assai buona armatura
Non come era la prima giá perfetta:
Ma ne queſta, ne quella, ne piú dura
A Baliſarda ſi farebbe retta,
A cui non oſta incanto, ne fatura
Ne ſinezza d’ acciar, ne tempra eletta,
Ruggier di qua: di la ſi ben lauora
Ch’ai Pagan l’arme in piú d’un loco ſora
Quando ſi vide in tante parti roſſe
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Il Pagan l’arme, e non poter ſchiuare
Che la piú parte di quelle percoſſe
Non gli andaſſe la carne a ritrouare,
A maggior rabbia a piú furor ſi molle
Ch’ a mezo il verno il tépeſtofo mare,
Getta lo ſcudo, e a tutto ſuo potere
Su l’elmo di Ruggiero a due man fere.
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Con qlla eſtrema ſorza che percuote
La machina ch’in Po ſta ſu due naui:
E leuata con huomini e con ruote
Cader ſi laſcia ſu le aguzze traui,
Fere il Pagan Ruggier quato piú puote
Con ambe man fopra ogni peſo graui,
Gioua l’elmo incantato, che ſenza eſſo
Lui col cauallo hauria í vn colpo feſſo.
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Ruggiero ado due volte a capo chino
E per cadere e braccia e gambe aperſe,
Raddoppia il fiero colpo il Saracino
Che quel non habbia tèpo a rihauerſe,
Poi vie col terzo achor, ma il brado ſino
Si lungo martellar piú non foſſerſe:
Che volo in pezzi, & al crudel Pagano
Difarmata laſcio di ſé la mano.