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Di Philoſophi altroue e di poeti
Si vede in mezo vn’honorata ſquadra:
Quel gli dipinge il corſo de pianeti:
Queſti la terra, quello il ciel gli ſquadra
Queſti meſte elegie: quel verſi lieti:
Quel canta heroici, o qlche oda leggiadra
Mufici aſcolta e varii ſuoni altro, uè
Ne ſenza ſomma gratia vn paſſo muoue.
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In queſta prima parte era dipinta
Del ſublime garzon la pueritia,
Caſſandra l’altra hauea tutta diſtinta
Di geſti, di prudentia, di iuſtitia
Di valor: di modeſtia, e de la quinta
Che tien con lor ſtrettiffima amicitia,
Dico de la virtú che dona e ſpende:
De lequal tutte illuminato ſplende.
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In queſta parte il giouene ſi vede
Col Duca sfortunato de gl’Inſubri:
C’hora in pace a coſiglio con lui ſiede
Hor’ armato con lui ſpiega i colubri,
E ſempre par d’ una medeſma Fede
O ne felici tempi o ne i lugubri,
Ne la ſuga lo ſegue, lo conforta
Ne l’afflittion, gli e nel periglio ſcorta.
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Si vede altroue a gran penſieri intento
Per ſalute d’Alfonfo e di Ferrara
Che va cercando per ſtrano argumento
E troua, e fa veder per coſa chiara
Al giuſtiffimo ſrate il tradimento
Che gli vſa la famiglia ſua piú cara,
E per queſto ſi fa del nome herede
Che Roma a Ciceron libera diede.
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Vedeſi altroue in arme relucente
Ch’ ad aiutar la Chieſa in fretta corre:
E con tumultuaria, e poca gente
A vn’ eſercito inſtrutto ſi va opporre
E ſolo il ritrouarſi egli preſente
Tanto a gli ecclefiaſtici ſoccorre
Che’l fuoco eſtigue pria ch’arder cornice
Si che può dir che viene, e vede, e vince.
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Vedeſi altroue da la patria riua
Pugnar incontra la piú ſorte armata:
Che cótra Turchi o cótra gente Argiua
Da Venetiani mai foſſe mandata,
La rompe e vince, & al ſratel captiua
Con la gran preda l’ha tutta donata,
Ne per ſé vedi altro ferbarfi lui
Che l’honor ſol, che nò può dare altrui.
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Le dóne e i cauallier mirano ſiſi
Senza trarne conſtrutto le ſigure,
Perche no hano appſſo che gli auuiſi
Che tutte quelle ſien coſe ſuture,
Prendon piacere a riguardare i viſi
Belli e ben fatti: e legger le ſcritture
Sol Bradamante da Meliſſa inſtrutta
Gode tra ſé: che fa l’hiſtoria tutta.
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Ruggiero áchor ch’a par di Bradamate
Non ne ſia dotto: pur gli torna a mente
Che ſra i nipoti ſuoi gli ſolea Atlante
Commèdar qſto Hippolyto ſouéte,
Chi potria in verſi a pieno dir le tante
Corteſie, che fa Carlo ad ogni gente?
Di varii giochi, e ſempre feſta grande
E la mèfa ogn’hor piena di viuande.