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Quel Coſtantin di cui doler ſi debbe
La bella Italia ſin che giri il cielo,
Coſtantin poi che’l Teuero glincrebbe
Porto in Bizantio il pretioſo velo,
Da vn’ altro Coſtantin Meliſſa l’hebbe
Oro le corde: auorio era lo ſtelo
Tutto trapunto con ſigure belle
Piú che mai con pennel faceſſe Apelle.
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Quiui le Grafie in habito giocondo
Vna Regina aiutauano al parto:
Si bello inſante n’apparia, che’l mondo
No hebbe vn tal dal ſecol prio al quarto
Vedeaſi Ioue e Mercurio facondo
Venere e Marte, che l’haueano ſparto
A man piene e ſpargean d’eterei fiori:
Di dolce ambrofia: e di celeſti odori.
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Hippolyto diceua vna ſcrittura
Sopra le faſce in lettere minute:
In etá poi piú ferma l’auentura
l’hauea per mano, e inanzi era virtute,
Moſtraua noue genti la pittura
Con veſte e chiome lunghe, che venute
A domandar da parte di Confino
Erano al padre il tenero bambino.
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Da Hercole partirſi riuerente
Si vede, e da la madre Leonora:
E venir fu’l Danubio, oue la gente
Corre a vederlo, e come vn dio l’adora,
Vedeſi il Re de gli Vngari prudente
Che’l maturo ſapere ammira e honora
In non matura etá tenera e molle:
E fopra tutti i ſuoi baron l’eſtolle.
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V e che ne gli inſantili e teneri anni
Lo ſcettro di Strigonia in man gli pone:
Sempre il fanciullo ſé gli vede a panni
Sia nel palagio ſia nel padiglione,
cotra Turchi o contra gli Alemanni
Quel Re poſſente faccia eſpeditione,
Hippolyto gli e appreſſo, e ſiſo attende
A magnanimi geſti e virtú apprende.
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Quiui ſi vede come il fior diſpenfi
De ſuoi primi ani in diſciplina & arte
Fuſco gli e appreſſo che gli occulti ſenſi
Chiari gli eſpone de l’antiche charte,
Queſto ſchiuar: qſto ſeguir conuienſi
Se immortai brami e glorioſo farte
Par che gli dica, coſi hauea ben ſinti
1 geſti lor, chi giá gli hauea dipinti.
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Poi Cardinale appar, ma giouinetto
Sedere in Vaticano a confiſtoro,
E con facondia aprir l’alto intelletto
E far di ſé ſtupir tutto quel Choro,
Qual ſia dunque coſtui d’etá perfetto?
(Parean con marauiglia dir tra loro)
O ſé di Pietro mai gli tocca il manto
Che fortunata etá, che ſecol ſanto.
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In altra parte i liberali ſpaffi
Erano e i giuochi del giouene illuſtre
Hor gli orſi affronta ſu gli alpini faſſi
Hora i cingiali in valle ima e paluſtre,
Hor s’un gianetto par che’l vento paſſi
Seguendo o caprio o cerua multiluſtre,
Che giunta par che bipartita cada
In parti vguali a vn ſol colpo di ſpada.