Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/645


 [84]
Quel Coſtantin di cui doler ſi debbe
     La bella Italia ſin che giri il cielo,
     Coſtantin poi che’l Teuero glincrebbe
     Porto in Bizantio il pretioſo velo,
     Da vn’ altro Coſtantin Meliſſa l’hebbe
     Oro le corde: auorio era lo ſtelo
     Tutto trapunto con ſigure belle
     Piú che mai con pennel faceſſe Apelle.

 [85]
Quiui le Grafie in habito giocondo
     Vna Regina aiutauano al parto:
     Si bello inſante n’apparia, che’l mondo
     No hebbe vn tal dal ſecol prio al quarto
     Vedeaſi Ioue e Mercurio facondo
     Venere e Marte, che l’haueano ſparto
     A man piene e ſpargean d’eterei fiori:
     Di dolce ambrofia: e di celeſti odori.

 [86]
Hippolyto diceua vna ſcrittura
     Sopra le faſce in lettere minute:
     In etá poi piú ferma l’auentura
     l’hauea per mano, e inanzi era virtute,
     Moſtraua noue genti la pittura
     Con veſte e chiome lunghe, che venute
     A domandar da parte di Confino
     Erano al padre il tenero bambino.

 [87]
Da Hercole partirſi riuerente
     Si vede, e da la madre Leonora:
     E venir fu’l Danubio, oue la gente
     Corre a vederlo, e come vn dio l’adora,
     Vedeſi il Re de gli Vngari prudente
     Che’l maturo ſapere ammira e honora
     In non matura etá tenera e molle:
     E fopra tutti i ſuoi baron l’eſtolle.

 [88]
V e che ne gli inſantili e teneri anni
     Lo ſcettro di Strigonia in man gli pone:
     Sempre il fanciullo ſé gli vede a panni
     Sia nel palagio ſia nel padiglione,
     cotra Turchi o contra gli Alemanni
     Quel Re poſſente faccia eſpeditione,
     Hippolyto gli e appreſſo, e ſiſo attende
     A magnanimi geſti e virtú apprende.

 [89]
Quiui ſi vede come il fior diſpenfi
     De ſuoi primi ani in diſciplina & arte
     Fuſco gli e appreſſo che gli occulti ſenſi
     Chiari gli eſpone de l’antiche charte,
     Queſto ſchiuar: qſto ſeguir conuienſi
     Se immortai brami e glorioſo farte
     Par che gli dica, coſi hauea ben ſinti
     1 geſti lor, chi giá gli hauea dipinti.

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Poi Cardinale appar, ma giouinetto
     Sedere in Vaticano a confiſtoro,
     E con facondia aprir l’alto intelletto
     E far di ſé ſtupir tutto quel Choro,
     Qual ſia dunque coſtui d’etá perfetto?
     (Parean con marauiglia dir tra loro)
     O ſé di Pietro mai gli tocca il manto
     Che fortunata etá, che ſecol ſanto.

 [91]
In altra parte i liberali ſpaffi
     Erano e i giuochi del giouene illuſtre
     Hor gli orſi affronta ſu gli alpini faſſi
     Hora i cingiali in valle ima e paluſtre,
     Hor s’un gianetto par che’l vento paſſi
     Seguendo o caprio o cerua multiluſtre,
     Che giunta par che bipartita cada
     In parti vguali a vn ſol colpo di ſpada.